Ancella!
la tua pelle ,
vellutata e nivea,
coperta da una livrea
manda odor di gelsomino
o mi sembra di cumino,
all’acuto olfatto
del mio nasino
benfatto.
Spinge ancor
sonnolento
la bramosia
di un evento,
prossima all’avvenimento,
ordito ma non finito.
Piange il cuor
al mancato tuo ardor,
per aver rifiutato amor
di cui tu sola
potresti portar valor.
Disperato
da cotal cospetto
illuso,
di non aver contatto,
col tuo morbido tatto,
son disperato e combatto.
Con la ragione e l’intelletto
per non rinunciar
al tuo bel diletto.
Ai!
Com’e’ difficile l’affetto,
non regge di un sol di’
il balletto,
che ti vede
ogn’or furbetto,
soverchiar
del mio amor
il brevetto.
verranno giorni melensi
da far come gli amanuensi.
ricopiar i versi intensi,
che fuggisti coi tuoi sensi.
torre/2009